La DIETA MEDITERRANEA e gli ETRUSCHI

La nota e utilissima Wikipedia ci ricorda che "la dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari che sono stati diffusi in alcuni Paesi del bacino mediterraneo, ed è da ciò che deriva il nome, ispirato alle abitudini alimentari di Spagna, Italia e Grecia negli anni '60. La dieta venne riconosciuta dall'UNESCO come bene protetto e inserito nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell'umanità nel 2010.

Il regime alimentare si fonda su alimenti il cui consumo è abituale in Paesi del bacino mediterraneo, in una proporzione che privilegia cereali, frutta, verdura, semi, olio di oliva, rispetto ad un più raro uso di carni rosse e grassi animali (grassi saturi), mentre presenta un consumo moderato di pesce, carne bianca (pollame), legumi, uova, latticini, vino rosso e dolci."

Le origini di questa tradizione alimentare risalgono alla fusione  di due grandi culture e civiltà del passato, gli Etruschi, (Toscana, Lazio e Umbria), e i Greci principalmente della Magna Grecia (Italia meridionale e peninsulare).

il direttore del parco archeologico di Vulci, Carlo Casi, che ha pubblicato libro "La cucina antica. Antico ricettario Etrusco Greco Romano Medievale e Rinascimentale", così introduce l'argomento della dieta Mediterranea. "Con i greci e poi con gli etruschi che recepiscono, tra l'altro, le tecniche di coltivazione e di trasformazione dell'olivo, ortaggi, cereali, olio e in misura minore carne e pesce, sono già protagonisti sulle tavole del I millennio a.C."

Ma come possiamo coniugare le immagini dei sontuosi banchetti giunti a noi nell'iconografia vascolare e sui tanti affreschi con la dieta mediterrannea?

Prima di tutto è ragionevole considerare che tali conviti erano riservati ad una elite e a particolari cerimonie/convivi, ma anche alcune attività archeologiche - un buon riferimento è quella svolta dal CNR-Iscima nell'area urbana di Cerveteri - grazie ad approfonditi esami di laboratorio dei resti organici e vegetali hanno permesso una buona ricostruzione delle abitudini alimentari degli Etruschi.

Confermati i ricchi banchetti per i pochi esponenti delle classi più abbienti, appare certo che "Le abitudini delle classi inferiori erano molto frugali... La dieta quotidiana dei meno abbienti era largamente basata sui legumi e sui cereali. Il frumento, il farro, il panico e l'orzo venivano consumati in focacce (la nostra è arricchita con farina di castagne, molto usata anche quella.)


Più semplicemente i cereali si utilizzavano anche interi e la nostra realizzazione mostra la versione con il farro arricchita con ritagli di suino. (Non si buttava via nulla!)

Anche le farinate si usavano e un pasto-tipo, in questi casi, era una sorta di minestra vegetale simile alla puls dei romani (polenta di farro), ricca di vitamine e di fibre, portata lentamente ad ebollizione.

Lo dimostra l'uso diffuso di piccole pentole di coccio analoghe alle kythrai greche, posizionate su fornelli fittili portatili di cui gli scavi di tutta l'Etruria hanno restituito numerose testimonianze. Dalla frequenza e dalla dimensione, sembra che fra le classi asservite e semi-libere della popolazione, fossero utilizzati kit da cucina personali, con cui ciascuno preparava il proprio pasto".

Liberamente tratto da:  Almanacco della Scienza - CNR


Immagine: Fondazione Dieta Mediterranea

Riepilogando risulta quindi che cereali, legumi, olio, vino e verdure erano la base di questo regime alimentare, che non disdegnava il consumo saltuario di carni, pesci (... pesce azzurro) e formaggi (... molto utilizzata la ricotta*) il tutto a conferma delle origini della dieta mediterranea.

*La ricotta è definita il formaggio dei poveri, perché sopperiva al fabbisogno nutrizionale delle classi meno abbienti, fornendo un alimento nutriente e di basso costo. Attualmente è largamente utilizzata per l'elevato contenuto in amminoacidi ad alto valore biologico e per la facile digeribilità. Il basso costo deriva dalle modalità di produzione che prevedono il riscaldamento del siero residuato dalla lavorazione del formaggio subendo una nuova cottura e quindi il nome (ri-cotta). Dato che non viene prodotta dalla cagliata originaria, ma da un suo sottoprodotto (il siero di latte), la ricotta non può essere considerata un vero e proprio formaggio.

Per quanto riguarda le carni quelle bovine, all'apice della piramide alimentare, erano meno usate delle suine in quanto i bovini venivano prevalentemente utilizzati nel lavoro agricolo.

Nella photogallery della pagina precedente abbiamo presentato due pietanze che per gli etruschi rappresentavano il dolce. Nella dieta mediterranea i dolci sono al vertice a andrebbero consumati una/due volte a settimana! Ma si fa riferimento ai dolci del "XXI secolo"! 

Consideriamo il tortino di ricotta e melagrane che abbiamo appositamente realizzato, la ricotta ha le buone caratteristiche già presentate, la melagrana in particolare porta benefici in termine di riduzione del peso, di controllo del colesterolo, di miglioramento delle difese immunitarie e della circolazione e di protezione dai tumori (in particolare da quello alla prostata e dai linfomi). Il miele poi, dolcificante naturale per eccellenza, contrariamente ai dolci può essere assunto nella misura di due cucchiaini al giorno e svolge molteplici positive azioni per il nostro organismo...