Seminario "Emergenza Climatica"

L'emergenza Climatica investe molteplici ambiti che riguardano anche porzioni differenti del nostro pianeta. In queste pagine inizieremo con la desertificazione e l'innalzamento dei mari, che purtroppo riguardano da vicino anche la nostra Italia.

SICCITA'

Il 17 giugno 2021 si è tenuta la Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità, istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite, dedicata quest'anno alla trasformazione dei terreni degradati in terreni sani.

In molti paesi del terzo mondo la situazione inizia ad essere drammatica e la povertà endemica non favorisce soluzioni.

Purtroppo il problema inizia a riguardarci da vicino tant'è che Confagricoltura della Toscana alla vigilia della Giornata Mondiale del 2021, ha pubblicato questo articolo.

"Entro il 2050, la combinazione del degrado del suolo, l'erosione e i cambiamenti climatici rischiano di ridurre i raccolti globali in media del 10%, e fino al 50% in alcune regioni, se non si interverrà con determinazione. A fronte di tali problematiche - afferma Confagricoltura - occorre avere la consapevolezza che gli agricoltori sono i principali protagonisti per salvaguardare un suolo produttivo e in salute. Con il 21% della superficie a rischio, di cui il 41% al Sud, l'Italia è lo Stato che in Europa risente di più dei cambiamenti climatici.

Fondamentale è in particolare il ruolo dell'agricoltura nel contrasto alla crisi idrica, che colpisce da oltre un decennio l'Italia come il resto d'Europa. Secondo i dati di giugno forniti dall'ANBI, le zone di maggiore sofferenza idrica continuano a concentrarsi nel Meridione. Basti pensare agli invasi della Basilicata che, nella sola prima settimana di giugno, hanno perso 9 milioni di metri cubi di acqua rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. In Sicilia i bacini idrici sono attualmente al 50,66% della loro capacità.

Non va meglio nel Nord del Paese, dove il Fiume Po sta soffrendo per il mancato scioglimento dei ghiacci sulle Alpi causato dal freddo record di maggio (uno dei più freddi degli ultimi 10 anni).

Fenomeni atmosferici estremi, accompagnati da una scarsa manutenzione del patrimonio ambientale - afferma Confagricoltura - stanno alimentando una vera e propria desertificazione di sempre più ampi pezzi di territorio. Tutelare le risorse idriche vuol dire prendersi cura della qualità del terreno.

Per questo la Confederazione sollecita la politica per una progettualità complessiva, dedicata alla gestione dell'acqua e del suolo, anche attraverso il riutilizzo delle acque reflue, di cui ARERA stima in Italia un riutilizzo del 4% a fronte di un potenziale del 20%.

Nella rigenerazione dei terreni occorre sviluppare le sinergie utili a riportare la sostanza organica nel suolo, dando seguito ai principi della bioeconomia circolare per riutilizzare il più possibile i materiali utili all'agricoltura, a partire dai fertilizzanti organici.

Occorre - conclude Confagricoltura - prendere consapevolezza dell'importanza di incidere sulla capacità di immagazzinamento delle risorse idriche, ma anche sulla riduzione dei consumi e, soprattutto, sulle perdite nella rete nazionale. Al tempo stesso l'agricoltura è sempre più impegnata in coltivazioni e produzioni di qualità con un utilizzo oculato di acqua ed energia, in grado anche di offrire rese più stabili in condizioni climatiche sempre più mutevoli."

Per questo motivo i nostri laboratori affrontano anche i temi del recupero acque meteoriche e riutilizzo dei prodotti agricoli...

L'esame della situazione attuale non lascia ben sperare, dal resoconto del Consorzio Lamma, risulta che negli ultimi 12 mesi (ottobre 2020-settembre 2021) la Toscana, l'Umbria settentrionale, la Romagna e le Marche sono le zone d'Italia più interessate dalla scarsità di piogge. Nell'Aretino in particolare la siccità è stata definita fra severa ed estrema. Anche per le temperature è stato un anno da record con il risultato che la produzione dell'olio ha subito una drastica riduzione (complice anche l'eccezionale gelata di primavera). Un clima impazzito che concretamente riduce i raccolti e minaccia ad esempio le semine per i nuovi.

INNALZAMENTO MARI

Per quanto riguarda l'aumento del livello del mare le migrazioni per ora non riguardano il mediterraneo, la Nasa stima che entro il 2100 il livello del mare in Italia salirà da 30 a 80 centimetri, se non viene invertita l'attuale tendenza molte zone costiere saranno a rischio.

L'UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha pubblicato un interessante articolo il 15 gen. 2021, vediamone alcuni paragrafi che fanno meditare!

" Nel 2019 i rischi legati a eventi meteorologici hanno costretto alla fuga circa 24,9 milioni di persone in 140 Paesi. Le ricerche effettuate dimostrano che senza misure incisive volte a proteggere il clima e a ridurre il rischio di catastrofi, i disastri climatici potrebbero raddoppiare il numero di persone bisognose di assistenza umanitaria, con una media di oltre 200 milioni ogni anno entro il 2050"

" Nel mese di gennaio 2020, il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani è stato chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di asilo presentata da Ioane Teitiota, un cittadino della Repubblica di Kiribati costretto a migrare per gli effetti dell'innalzamento del livello del mare."

A questo link è possibile vedere una simulazione degli effetti sul livello del mare relativamente ad un innalzamento di 2 e di 4 °C della temperatura per le principali città costiere:

https://youtu.be/ekhLHzxc92U

Sempre a cura di CLIMATECENTRAL, nel loro canale you tube, si consiglia diprendere visione delle altre simulazioni:

https://www.youtube.com/channel/UCYDMc5bimX8L-C8XebruFzg

Anche la NASA ha dedicato molte risorse allo studio degli effetti del cambiamento climatico e al link seguente è possibile esaminare l'innalzamento dei mari in funzione di vari fattori:

https://sealevel.nasa.gov/ipcc-ar6-sea-level-projection-tool

Ottenendo immagini tipo questa con colorazione mari proporzionale all'innalzamento previsto.

LECTIO MAGISTRALIS

Durante il convegno del 30 marzo 2022 è stata presentata questa evocativa lectio magistralis che ci ha

narrato le variazioni del livello del mare negli ultimi 20.000 anni (l'ultimo periodo del Paleocene e l'attuale Olocene). L'acqua oltre ad essere stata la culla della vita ha da sempre influenzato tutte le sue forme...

La lectio sarà una lettura e non una lezione, i dati riportati sono relativi agli effetti dei cambiamenti climatici occorsi e concernenti eventi di migliaia di anni fa; possono essere affetti da qualche imprecisione ma vi assicuro che il livello del mare è aumentato veramente di molte decine di metri... documentato da rilievi scrupolosi in diversi siti del pianeta, con varie tecniche e da differenti gruppi di studio...

Le conclusioni non vogliono spingere al "catastrofismo"; statisticamente avremo bisogno di osservazioni più precise e per un arco di tempo maggiore... Ma comunque possono far riflettere su un possibile scenario, sempre più verosimile...

Un particolare ringraziamento al dott. Roberto Francini speaker di eccellenza.

RILIEVI STRUMENTALI CENTRO STUDI

Il nostro Centro Studi è da tempo impegnato nello studio dei cambiamenti climatici e a tal fine si è dotato di una piccola stazione meteo posizionata nel resede.

Purtroppo tale localizzazione non permette un'acquisizione dati affidabile per cui riportiamo, per il momento, solo delle considerazioni qualitative che confermano anche nelle nostre zone una minore quantità di precipitaziononi meteoriche e alcune anomalie nella loro distribuzione temporale.

Speriamo di poter realizzare a breve anche  un osservatorio per svolgere un "monitoraggio a vista" della zona relativa alla "Valdichiana aretina", come in questa simulazione satellitare.

Grazie alla nostra telecamera ad infrarossi sarebbe possibile ottenere anche delle utilissime immagini su tale campo di lunghezze d'onda.