Sea Power

Massimo Gallorini 2008

Resina a spatola (effetto 3D), Acrilico su tavola 70 x 156

In quest'opera di grande impatto visivo e sensoriale, l'artista trasforma il moto dell'acqua in una presenza viva e palpabile. Un'onda larga e spumeggiante domina la scena, emergendo letteralmente dalla superficie della tavola con una tridimensionalità sorprendente, grazie all'uso audace di resine spatolate fino a 2 cm di spessore. È un'onda che non si limita a essere rappresentata, ma accade, si offre allo spettatore come gesto, materia e vibrazione.

La tecnica "materica" impiegata restituisce al mare la sua sostanza primordiale: una forza che modella, consuma, rigenera. La tavola diventa quasi un fondale marino, e i pochi scogli affioranti nel primo piano suggeriscono un'intimità pericolosa, la soglia tra l'immensità dell'oceano e la resistenza della terra. Sullo sfondo, un mare leggermente increspato accompagna l'energia dell'onda principale, offrendo un contrasto ritmico, quasi musicale, tra quiete e impeto.

Ma è la luce – riflessa, intrappolata, frantumata dalle superfici resinose – a dare alla composizione un senso di vita. Le spume scolpite in rilievo sembrano muoversi, respirare, come se ogni goccia fosse congelata nell'attimo eterno dell'infrangersi.

Non è un'onda qualsiasi. È l'onda archetipo, quella che porta con sé la memoria degli oceani e l'energia invisibile che governa la materia. E non a caso, l'intera composizione è inscritta in un formato aureo, con un rapporto di dimensioni pari alla radice di 5, un richiamo implicito all'armonia matematica che sottende l'universo, dalla spirale delle galassie al guscio del nautilus.

Un'opera che unisce potenza e rigore, impulso e conoscenza, in cui l'arte incontra la scienza, e l'estetica si fonde con la struttura profonda della natura.

APPROFONDIMENTO MATEMATICO

L'infrangersi delle onde sugli scogli è governato dalla dinamica dei fluidi, modellata dalle equazioni di Navier–Stokes e, in contesti costieri, da versioni semplificate come le equazioni delle onde superficiali e le equazioni di Boussinesq. Questi modelli matematici spiegano come l'energia e la velocità dell'onda interagiscano con la morfologia del fondale roccioso, causando fenomeni non lineari che portano alla rottura dell'onda. Inoltre, fattori come la gravità, la tensione superficiale e la turbolenza giocano un ruolo fondamentale, e l'uso di simulazioni numeriche permette di prevedere il comportamento delle onde in prossimità degli scogli. In sostanza, la matematica che regola questo fenomeno integra teoria delle onde, modelli non lineari e metodi computazionali per spiegare come le forze in gioco determinino l'infrangersi delle onde in maniera complessa e affascinante.

La dimensione dell'opera è nel rapporto di 2,236 (pari a radice di 5), che compare nella formula del rapporto aureo!

immagine: ocean4future.org 

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